Con i testi che ci abbiamo – il podcast di Vinicio Capossela su RSI

Nell’opera di Vinicio Capossela il legame tra musica e letteratura è profondo ed emerge con particolare forza, come se il mondo delle parole e dei versi fosse un grande mare nel quale si è immerso riportando poi in superficie storie, personaggi, riferimenti che danno nuova luce, e nuova voce, a una lunga tradizione letteraria.

Vinicio Capossela si è presto dotato di scafandro (appariva proprio così nel 2000 sulla copertina di Canzoni a manovella) e, una volta in porto, ha raccontato dei suoi incontri con “marinai profeti e balene”.

Premiato con sei Targhe Tenco, il Premio Tenco alla carriera e il Premio De André alla carriera per il suo lavoro cantautorale, ci introduce alle sue personali letture: da Omero a Sherwood Anderson, da Richard De Fournival a Bertold Brecht… su su, o sempre più a fondo, fino alla Bibbia.

Cosa affiora e cosa si impiglia nella sua rete di questa biblioteca universale, sempre pronta a contaminarsi con le leggende popolari, il folk, le mitologie? Come ha letto, e riletto, Vinicio Capossela questi testi?

Lo scopriamo in questa serie originale per “Alphaville” che prende spunto da una canzone splendida che chiude il suo ultimo disco, “Con i tasti che ci abbiamo”, e alla quale abbiamo cambiato una vocale… perché in fondo la vita di un artista è tutta un poetico gioco di rimandi.

Episodi

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1 – Nikos Katzanzakis, “Vita di Alexis Zorba” – Patrick Leigh Fermor, “Il tempo dei regali”

Leggere è viaggiare. Il primo grande viaggio in letteratura è quello omerico, quello di Ulisse. La Grecia è sempre rimasta nell’immaginario di grandi autori e intellettuali la terra del mito e della scoperta. Vinicio Capossela ci introduce a Nikos Katzanzakis, autore greco che nel 1946 pubblica “Vita di Alexis Zorba”, da cui viene poi tratto il celeberrimo film “Zorba il greco” e, parlando di grandi e ispirati viaggiatori, trabocca di gratitudine nei confronti di Patrick Leigh Fermor alla cui opera è ispirata la canzone “Il tempo dei regali”.

 2 – Omero, “Odissea” – Konstantin Kavafis, “Itaca”

Il viaggio di Ulisse ha una meta, Itaca, che è casa e terra alla quale tornare, affrontando mille straordinarie avventure, e dalla quale ripartire, mosso da sete di conoscenza. Vinicio Capossela la racconta facendo riferimento anche a “L’ombra di Ulisse” di Piero Boitani e ai versi di “Itaca” di Konstantin Kavafis. E poi entriamo nel suo mondo creativo parlando della canzone “Le sirene”.

3 – Richard De Fournival, “Il bestiario d’amore”

Il Medioevo e la sua letteratura hanno sempre affascinato Vinicio Capossela. In particolare “Il bestiario d’amore” di Richard De Fournival, opera straordinaria che descrive in chiave allegorica l’amore e gli amanti. E al “Il bestiario d’amore” è dedicato un intero album del 2020.

 4 – Sherwood Anderson, “La faccia della terra”

Gli esseri umani sono animali sociali e, come tali, viviamo da sempre in comunità. Ma questo stare insieme ci mette al riparo dalla solitudine? Vinicio Capossela ci ha regalato uno splendido ritratto di comunità nel suo romanzo “Il paese dei coppoloni”, entrato nella cinquina finalista del Premio Strega nel 2015 e, come cantautore, si è ispirato a un capolavoro della letteratura moderna americana come “I racconti dell’Ohio” di Sherwood Anderson per la sua “La faccia della terra”.

5 – Bertold Brecht, “La parte del torto”

L’ultimo disco di Vinicio Capossela, “Tredici canzoni urgenti”, manifesta l’urgenza dell’artista di affrontare un’attualità difficile e violenta che, dopo la pandemia, ci vede confrontati con la guerra, anzi, le guerre. E in questo caso è Bertold Brecht a fornirgli l’ispirazione per una canzone come “La parte del torto”.

6 – Herman Melville, “Moby Dick” – “La bianchezza della balena”

Pubblicato nel 1851, Moby Dick di Herman Melville è uno dei più importanti romanzi della letteratura moderna e i suoi personaggi sono ormai considerati archetipi della lotta dell’essere umano con sé stesso e la natura. Cesare Pavese che per primo lo traduce in italiano nel 1932 lo commenta così: “quello che vi potrebbe anche parere un curioso romanzo d’avventure, un poco lungo a dire il vero e un poco oscuro, vi si svelerà invece per un vero e proprio poema sacro cui non sono mancati né il cielo né la terra a por mano”. Vinicio Capossela si è tuffato nel mondo di Melville e ha dato vita a una canzone come “La bianchezza della balena”.

7 – Louis Ferdinand Céline, “Viaggio al termine della notte” – “Bardamu’ ”

Quello che ritrae Vinicio Capossela è un Louis Ferdinand Céline inaspettato. Nelle sue canzoni e nelle sue parole emerge il grande scrittore che con “Viaggio al termine della notte”, nel 1932, ha dipinto la guerra con feroce indignazione ma anche il Céline che amava il balletto e la danza, che si curava degli animali (e ai quali ha dedicato anche alcuni lavori), che immaginava cartoni animati. E in “Bardamu’ ” Vinicio Capossela ne ripercorre il viaggio letterario fino al tragico affresco della Seconda Guerra Mondiale e delle umane e comiche miserie della “Trilogia del Nord”, del 1960.

8 – Oscar Wilde, “Ballata del carcere di Reading”

Oscar Wilde è stato grande fonte di ispirazione per Vinicio Capossela: alla fiaba “L’usignolo e la rosa” si deve, ad esempio, la splendida “Con una rosa”. Di questo autore celeberrimo, prima acclamato e corteggiato e poi gettato in una cella ed emarginato a causa della propria omosessualità, Vinicio Capossela coglie le luci e le ombre, la sensibilità acuta e la profonda umanità. Una delle ultime opere di Wilde è la “Ballata del carcere di Reading”, poema in versi scritto dopo 2 anni di lavori forzati, nel 1898, e che Capossela mette in musica nell’omonima canzone.

9 – Qoelet – “Ovunque proteggi”

Il libro più diffuso al mondo è la Bibbia. Quanto sia letto davvero non si sa, ma Vinicio Capossela l’ha affrontato con entusiasmo, senso del mistero e della scoperta. A guidarlo nella comprensione di questo testo imprescindibile sono diversi intellettuali e traduttori, tra tutti Guido Ceronetti che al Qoelet, in particolare, ha dedicato una vita di studio sfociata in diverse traduzioni. E ai versi del Qoelet si ispira un capolavoro di Vinicio Capossela: “Ovunque proteggi”.

10 – Ariosto governatore

Ariosto e l’Orlando furioso, la straordinaria immaginazione dell’autore, la sua rettitudine di funzionario, e il buffo ardimento cavalleresco del suo avventuroso protagonista non potevano lasciare insensibile Vinicio Capossela. A Ludovico Ariosto e alle sue creature si ispirano diverse canzoni, in particolare “Ariosto governatore” e “Gloria all’archibugio”.

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